Andrea Calevo ancora nelle mani della banda di immigrati

19-12-2012

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LERICI (LA SPEZIA) – La famiglia di Andrea Calevo, l’imprenditore rapito nella sua villa di Lerici domenica scorsa, vuole avere la certezza che sia vivo. Vuole avere notizie sul suo stato di salute. Lo fa rivolgendosi ai sequestratori, attraverso un comunicato consegnato all’Ansa, nel quale si smentisce che ci sia già stato un contatto con i rapitori. «Purtroppo al momento non abbiamo notizie sulle sorti di Andrea. Finora non abbiamo avuto contatto alcuno con i rapitori o con qualunque altra persona coinvolta nel sequestro. Per noi è della massima importanza avere informazioni al più presto sul suo stato di salute». I familiari di Andrea Calevo, che si dicono «fiduciosi nell’operato degli investigatori», chiedono «il massimo rispetto della privacy» e che venga mantenuto «il riserbo per non intralciare in alcun modo le indagini. Ogni nostra comunicazione – aggiungono – avverrà a mezzo comunicato stampa. Preghiamo i media di non contattarci direttamente». Infine, un appello rivolto questa volta a «chiunque abbia informazioni utili» di «contattare subito i carabinieri».

A questo fine viene allegata una foto recente di Calevo: capelli ricci corti, barba rada, occhi verdi. A parlare di un contatto con i rapitori, per quanto «evanescente», era stata la Dda di Genova. Un contatto avvolto dal mistero e sul quale dopo le dichiarazioni della famiglia è nato un giallo, anche se un amico della sorella di Andrea lo ha confermato, precisando però: «non lo definirei sostanziale». Il sequestro ha ancora molti lati oscuri. I carabinieri del Ros e l’Arma territoriale, supportati dallo Sco e dalla polizia oltre che dalla Guardia di finanza, stanno cercando di mettere insieme il difficile puzzle di una vicenda che ha ancora i contorni troppo sfumati per dare certezze.

Villa Calevo, alture di Lerici: già dal primo mattino amici e familiari vanno e vengono con visi tristi e qualche lacrima trattenuta a stento. C’è Francesco, l’amico della sorella di Andrea e c’è Ines, la fidanzata spagnola dell’imprenditore spezzino. C’è don Luigi Vegini, parroco di Romito Magra, che si offre come ostaggio al posto di Andrea e organizza una veglia di preghiera in parrocchia. E ci sono la mamma, Sandra Podestà e Laura, la sorella dell’imprenditore. È Francesco che conferma il contatto: «c’è stato, non so dire quanto importante ma c’è stato». Intanto in una sala della villa si riuniscono il comandante del Ros di Genova, maggiore Paolo Storoni, la mamma e la sorella di Andrea. «Sono cautamente ottimista – ha detto Francesco – chi volete che possa far male ad Andrea? È un ragazzo buono». Lo dicono tutti: anche gli operai della Calevo & figli di Romito Magra: «è un ragazzo eccezionale, Andrea. E queste per noi sono ore di ansia e disperazione – affermano prima di entrare per il turno – speriamo che finisca presto e bene».

Le indagini. A sequestrare Andrea è stata una banda dell’est specializzata in sequestri mordi-e-fuggi. Non hanno telefonato per mettersi d’accordo sul riscatto, ma si sono accordati prima, durante le fasi del sequestro, con la madre. A lei avrebbero detto: «non ti preoccupare, te lo riportiamo presto». Ma questa è stata la frase finale della trattativa. Il Ros e l’arma territoriale lavorano senza soluzione di continuità: viene sentita in serata anche la madre, su alcuni particolari forniti durante la prima deposizione. «In questa indagine i particolari sono fondamentali – dicono gli investigatori – anche quelli che sembrano meno importanti. Sono ore delicatissime e il silenzio è importante per un esito positivo». Ma le indiscrezioni sulle indagini escono lo stesso: l’incrocio dei dati delle porte Telepass forniti dalla società Autostrade indicano che l’Audi sulla quale quella sera sono partiti i sequestratori e l’imprenditore ha viaggiato in autostrada da Sarzana a Viareggio, e da qui ancora alla Spezia e poi a Vezzano, per finire nel fiume Magra.

Quella macchina non ha fornito molte indicazioni agli inquirenti: a bordo sono stati trovati abiti probabilmente appartenenti ad Andrea. Nessuna macchia di sangue, finestrini tutti chiusi a parte uno, quello del passeggero anteriore, leggermente abbassato. Vengono incrociati anche i dati delle celle telefoniche fin da una settimana prima del sequestro. E vengono analizzate anche le condizioni patrimoniali del giovane, i suoi contatti in ambito extrafamiliare. Nulla è lasciato al caso. Ma gli investigatori sanno che è necessario fare in fretta e che le prossime ore possono essere determinanti.

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/imprenditore_rapito_lerici_calevo_riscatto/notizie/238957.shtml

Usano il confine che non esiste più, come una porta girevole.

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