Risorse: importavano centinaia di trans in Italia

08-10-2012

La "cultura" gay, è la cultura del sadismo autolesionista, dare loro potere decisionale sull'immigrazione è folle

Un vero e proprio ‘commercio’ di transessuali dalle favelas sudamericane per alimentare il mercato della prostituzione in Italia. A scoprirlo i carabinieri del Comando provinciale di Roma, che stanno eseguendo 28 arresti, di cui 24 in carcere e quattro ai domiciliari. Le accuse nei confronti della presunta organizzazione criminale sono di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L’operazione ha smantellato la presunta organizzazione criminale, composta da italiani e brasiliani, specializzata nel reclutare i transessuali nel Sud America per poi farli arrivare in Italia attraverso i confini di altri Paesi europei. I carabinieri hanno accertato che le vittime della ‘tratta’, per la maggior parte abitanti nelle favelas brasiliane, ricevevano direttamente a casa, via posta, il biglietto aereo con il quale imbarcarsi all’aeroporto di Rio de Janeiro per poi giungere a Parigi, Madrid, Budapest, Bucarest, Zurigo. Decine le perquisizioni sono scattate nel Lazio, in Campania, in Umbria e in Toscana, mentre sono 12 i decreti di sequestro preventivo di immobili che erano già destinati all’attività di prostituzione.
“Siamo riusciti a smantellare l’intera organizzazione partendo dai vertici, per lo più brasiliani – ha spiegato in una conferenza stampa il colonnello Giuseppe La Gala, comandante del gruppo Roma – con gli italiani inseriti in ruoli intermedi”: il bilancio finale dell’operazione (ribattezzata ”Fungo”, da una delle zone gestite dal racket) comprende 48 indagati, 28 arresti (24 in carcere e 4 ai domiciliari) tra Roma (21), Caserta, Perugia, Pontecorvo e Colleferro, 30 perquisizioni e 14 appartamenti sequestrati.
Dal 2007 a oggi gli arresti sono stati ben 62: ”Sembrava che il fenomeno fosse in esaurimento – ha ammesso La Gala – e invece ci siamo resi conto che nelle aree ‘incriminatè i trans erano tornati numerosi: sono stati i colleghi del Nucleo investigativo dell’Eur a ricostruire nei dettagli come l’organizzazione si fosse ricompattata, perdendo in aggressività (la trans Monique, detta ”Pitbull”, era famosa per il bastone usato contro i trans che trasgredivano ai suoi ordini, ndr) e adottando un approccio almeno in apparenza più morbido”.

Subito sotto di loro, nella piramide organizzativa italiana, venivano i ”selettori”, incaricati di scegliere in Brasile i trans da portare in Italia; la ”segretaria”, che teneva tutta la contabilità dell’organizzazione (”per un giro d’affari che in qualche mese poteva sfiorare il milione di euro”); gli ”autisti”, tutti italiani traditori della loro terra, che per 10 euro a corsa portavano i trans sul luogo di lavoro; gli ”agenti immobiliari abusivi”, che cercavano gli appartamenti sfitti dove sistemare i trans e stipulavano contratti regolari intestati a prestanome italiani; gli ”albergatori atipici”, imprenditori improvvisati che, grazie alle liberalizzazioni di Bersani potevano aprire con semplicità l’attività di ”bed and breakfast”, nella quale celavano vere e proprie case d’appuntamento (in almeno un caso a conduzione familiare). Una volta in Italia, ”le vittime-complici del racket erano costrette a vivere in locali fatiscenti – ha sottolineato il colonnello – per lo più garage e scantinati, fino a sei nello stesso letto a castello. E oltre ai soldi del ‘riscatto’, dovevano pagare tra i 3mila e i 5mila euro di una tantum per la ‘tassa’ di utilizzo del suolo pubblico (le posizioni erano assegnate dal capo-area sulla base dell’anzianità di servizio, ndr); tra i 200 e i 250 euro per l’affitto settimanale; tra 200 e 300 euro per l’affitto giornaliero di camere di lusso; e persino tra i 200 e i 300 per la quota di adesione obbligatoria ad una ‘riffà che metteva in palio periodicamente fino a 8mila-10mla euro. Peccato che solo sulla carta potessero vincere tutti mentre il montepremi veniva assegnato agli stessi membri dell’organizzazione con estrazioni ‘pilotate”.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/10/08/news/tratta_di_trans_dal_sud_america_decine_di_arresti_in_tutta_italia-44093751/

In questa vicenda c’è tutto: gli immigrati sfruttatori e gli sfruttati-complici. Ci sono gli Italiani che svendono la loro terra e il benessere collettivo, in cambio di trenta denari.
Ci sono i Marrazzo che li frequentano e i Vendola che li accolgono. E ci sono le ambasciate, veri e propri covi del malaffare, che concedono visti d’ingresso con eccessiva “liberalità”.

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