Agente gli salva la vita: immigrato tenta di ucciderlo

28-09-2012

LA XENOFILIA UCCIDE

Ha aggredito senza remore l’agente che solo qualche mese prima gli salvò la vita. Lui, come il fratello e l’amico non hanno mostrato gran riconoscenza per quell’uomo, che insieme al collega a marzo era salito sul cornicione posto sopra i binari del treno per far ragionare e portare in salvo il giovane che aveva deciso di farla finita. Sono loro, i tre minorenni che nella giornata di ieri, 26 settembre, hanno picchiato con calci e pugni due agenti di polizia vicino alla stazione ferroviaria di Novara. Dopo qualche ora si può avere un quadro quasi definito di quanto è accaduto nel pomeriggio, verso le 14,00.
Un passante ha segnalato al 113 che un giovane nord africano stava inveendo contro una vettura parcheggiata in corso Mazzini. Una pattuglia della Volante, di passaggio proprio nei paraggi, ha notato il ragazzo e l’ha bloccato nelle vicinanze della stazione. A quel punto s’è scatenato l’inferno: due connazionali, tra cui il fratello del giovane fermato, si sono messi in mezzo, picchiando e aggredendo i due agenti intervenuti. Uno dei tre ha poi tentato anche di rubare la pistola d’ordinanza a uno dei due poliziotti e solo quando l’altro è riuscito a divincolarsi dall’aggressione dei marocchini è riuscito a evitare il peggio. Poi sono sopraggiunti sia altri connazionali dei ragazzi, circa una trentina, “spettatori” dell’aggressione che non hanno cercato di sedare gli animi. A farlo, oltre agli agenti già sul posto, altre due pattuglie, i Carabinieri e i vigili urbani.
Due degli aggressori sono stati subito fermati, un terzo è stato bloccato poco più tardi dopo una breve fuga. Accompagnati in Questura, i tre sono stati identificati. Il giovane danneggiatore, il primo fermato, era già ben noto alle Forze dell’Ordine. Soltanto pochi giorni fa era stato arrestato dopo aver rubato una collana ad una signora, a fine agosto aveva tentato di rubare un camper e, cosa da non sottovalutare, era stato salvato proprio dagli stessi agenti aggrediti, a marzo, quando in preda allo sconforto, aveva deciso di farla finita gettandosi sui binari del treno. In primavera, proprio gli stessi poliziotti, l’avevano portato in salvo ed accompagnato in ospedale.
Ora, l’hanno trasferito, insieme agli altri due, al carcere minorile di Torino in attesa del processo per l’accusa di rapina impropria. Denuncia per loro anche per resistenza a Pubblico Ufficiale e danneggiamento.

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La prossima volta,  caro agente,  lasci che l’immigrato si butti. Lo faccia per se stesso e per noi.
Come il suo caso dimostra, salvare un immigrato oggi, che questo sia su un cornicione o in mezzo al mare, significa trovarsi un nemico in più, domani.

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