Spaccia droga: è un rifugiato politico

04-07-2012

Arrestato “profugo”: spacciava nel  sottopasso stazione Mestre

La lettura dell’articolo è sconsigliata, a chi non “regge” la stupidità dei pennivendoli italiani.


In Libia, faceva il mercenario.

Nel 2011 la decisione di fuggire dal sangue e dall’esercito. I.M., 25enne del Ciad, però, in Italia non ha trovato la ricchezza che sperava. Peggio. Si è ridotto a fare lo spacciatore di marijuana e cocaina tra Mestre, Spinea e Marghera, finché stanotte per lui non sono scattate le manette. Per la traversata su una carretta del mare aveva pagato 7mila euro agli scafisti. Poi lo sbarco a Lampedusa e la concessione dello status di rifugiato politico.

Da qui in poi la sua storia si interrompe per “riemergere” ieri notte nel sottopassaggio della stazione di Venezia Mestre che collega Marghera al centro mestrino. I carabinieri di Spinea, che lo stavano seguendo da quattro giorni, l’hanno sorpreso in flagrante mentre, dopo essere sceso dalla bicicletta con la quale si muoveva per incontrare i clienti, consegnava nelle mani di un italiano un involucro pressato con sessanta grammi di marijuana, estratto dalla tasca dei pantaloni. I due agenti appostati sono subito intervenuti, bloccando la compravendita. Il pusher, perquisito, è stato trovato in possesso di altri involucri per un’altra trentina di grammi di marijuana e di un paio di dosi di cocaina.

Arrestato spacciatore sottopasso stazione Mestre
L’acquirente, però, è riuscito a scappare grazie all’intervento di un terzo soggetto, che si sarebbe messo a gridare contro i carabinieri, rimasti in minoranza. Per I.M., invece, sono scattate le manette. La sua area di spaccio comprendeva la zona della stazione di Mestre (dove risiedeva da un connazionale in via Spalato), Marghera e le piazze di Spinea. Le forze dell’ordine hanno sequestrato anche alcune banconote di piccolo taglio ritenute provento della sua attività illegale. Stamattina la convalida dell’arresto. Il 25enne è stato condannato ai domiciliari.

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Un velo pietoso sul pennivendolo che ha scritto l’articolo: “non ha trovato la ricchezza sperata”, idiota con la penna a sfera, la ricchezza il suo amichetto mercenario aveva ben chiaro come trovarla, spacciando e dandosi alla criminalità con la compiacenza di individui come lei.

Un altro velo pietoso su questo Stato criminogeno che affama i propri cittadini e concede Asilo Politico ad un mercenario che ha pagato 7mila euro per essere inviato in Italia. Robe da matti.
Cosa pensavano facesse, un mercenario abituato alle mattanze gheddafiane in Italia? Qualsiasi non mentalmente cerebroleso ne avrebbe previsto il comportamento.
Senza contare che il “rifugiato” prende la paghetta di 45€ al giorno che, evidentemente, integra con lo spaccio di droga.

Ma il culmine lo si raggiunge con il fatto che, il Ciadiano non venga né espulso né incarcerato: arresti domiciliari. Dove? Nella struttura Caritas che lo ospita.

La Caritas, al centro del traffico: d’uomini e di droga.

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