Il bus degli Zingari

24-06-2012

128: l’autobus della vergogna

In tempi di dibattito sull’innalzamento dei costi di biglietti non si capisce perché gli utenti di questa linea, che attraversa buona parte del Municipio XV, dovrebbero continuare a pagare per un servizio alla mercè di nomadi e altri immigrati non paganti. Sì, perché sul 128 funziona così. Le decine e decine di rom frequentatori abituali, che usufruiscono del mezzo senza pagare alcun titolo di viaggio, continuano a far registrare ripetuti atti contro il patrimonio Atac. Residenti utenti del bus parlano di scene raccapriccianti, aggressioni nei confronti di donne e adolescenti con ripetuti tentativi di rapina, situazioni indecorose sul fronte igienico-sanitario, accattonaggio minorile, episodi di teppismo e sfregio alle vetture, in particolare nel tratto che percorre il campo nomadi di Via Candoni, il mega problema del quartiere in tema sicurezza. «La sporcizia delle vetture è attribuibile ai “residenti” delle aree limitrofe, tra cui gli abitanti regolari del campo nomadi Candoni e quelli irregolari delle varie fratte e canneti dell’Area Naturale Protetta della Tenuta dei Massimi, che in molti casi utilizzano i mezzi come se fossero dei carretti per il trasporto del ferro recuperato in giro», spiega Massimo Santoro, un residente. Problemi sul servizio: «Chi lavora a collina Alitalia prende il bus per raggiungere la stazione FS di Muratella che dista mediamente 1,5 km» continua Santoro. «Bisogna aspettare il 128 un quarto d’ora, arrivare al capolinea di via Crocco e attendere altri 15 minuti che la vettura riparta. Nel frattempo, sono stati persi 2-3 treni in partenza». «Quasi tutti i giorni utilizzo il 128», dice Mauro Alberico, un altro abitante. «Frequentemente noto i tanti rom che utilizzano il bus mangiare indisturbati a bordo e poi lasciare un porcile in terra, bicchieri sui sedili e quant’altro. Una volta ho visto una scena allucinante: due nomadi che masturbavano in pubblico un bambino che era insieme a loro, fra scherzi e risate. Da oltre due anni i controlli non esistono sulla linea». Emanuela Mino, Vicepresidente del Comitato di quartiere, sottolinea la «mancanza totale di pensiline». E Lucilla Bartocci aggiunge: «Migliorare la rete di mezzi pubblici è importante per farci uscire dalla sensazione di periferia». Sulla questione è intervenuto il consigliere Pdl in XV Municipio, Augusto Santori: «La linea 128, al di là dello sforzo profuso dagli autisti, non può definirsi un servizio dignitoso per i suoi utenti. Ho avuto testimonianza diretta dello stato vergognoso in cui si trovano a viaggiare i cittadini della zona ogni giorno. Per questo, ho scritto all’Assessore Aurigemma e all’Ad Atac».

 

http://www.iltempo.it/roma/2012/06/24/1348279-degli_orrori_dove_comandano.shtml?refresh_ce

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