Invasione cinese e degrado: dormitori e subaffitti

13-06-2012

Al Grand Hotel Cina

L’offerta di camere o di singoli posti letto avviene attraverso bacheche di fortuna allestite sulle vetrine di negozi cinesi

Tra mutuo soccorso e sfruttamento, i lavoratori orientali trovano un tetto in bed & breakfast clandestini e subaffitti

Grandi numeri, poche pretese. La galassia «Cina» cresce a Torino. I dati dell’ufficio stranieri della Questura registrano 8.905 unità regolari. Anche se le stime degli stessi cinesi parlano di 15 mila persone, inclusi gli immigrati-fantasma senza permesso di soggiorno e i minori a carico dei genitori.
Un popolo invisibile: il 30% è in continuo movimento. E’ il vortice senza sosta degli operai vagabondi. Torino, Milano, Sondrio, Bergamo, Brescia. Tre mesi qui, sei là, in cerca di un lavoro. Ingaggiati a cottimo, per lo più senza tutele, alle dipendenze di padroni connazionali e spesso, purtroppo, anche italiani. Ma dove vivono questi lavoratori silenziosi? Facendo un viaggio nella comunità orientale, si scoprono usanze estranee alla nostra cultura. «La maggior parte di noi abita in affitto in una sola stanza – spiega Zhao Bin -. I prezzi sono vantaggiosi, 300 euro a camera. Se abbiamo stanze in eccedenza le subaffittiamo, a studenti o ad altri lavoratori». E’ il Grand Hotel Cina, il mutuo soccorso tra connazionali con cui si risolve il problema abitativo di chi studia, viaggia o ha redditi da fame.
E’ così che molti appartamenti dei quartieri orientali, dall’affollatissimo corso Regina, dove si concentrano numerose attività commerciali cinesi, a Barriera di Milano e Borgo Dora, tra corso Giulio Cesare, corso Brescia e dintorni, si trasformano in dormitorio. Alberghi irregolari al limite della condizioni di igiene e sicurezza. L’affitto delle stanze, spesso in nero, è un ottimo business. Può avere gestione familiare, oppure diventare fonte di reddito tout court per chi specula sulle ben poche esigenze della povera gente. Co’’è d’abitudine in Cina, dovrebbe essere il padrone a fornire la sistemazione ai «dipendenti». Ma se il boss non ha gli spazi, la soluzione è «pagare un tot in più al lavoratore», in modo che riesca a subaffittare un materasso. Quattro mura, un bagno, fino a tre posti letto insieme, pigiati come sardine.
Davanti a un piatto di riso, melanzane cinesi e pancetta, cucina casalinga doc in un ristorante di via Alessandria, i due orientali si sbottonano e raccontano qualche dettaglio in più. «Ogni immigrato che arriva in Italia sa già come troverà da dormire – spiegano -. Sul suo taccuino ha gli indirizzi dei migliori affittacamere». Per il resto, ci sono gli annunci sui giornali, quelli appesi alle bacheche nei negozi etnici. E poi i siti internet dedicati, una miriade: sono il Trip Advisor del viaggiatore che vuole dormire fuori legge, a 10-15 euro a notte. Prezzi stracciati. Alcuni forniscono lo stretto indispensabile: letto, coperta, toilette.
Se ci si vuole fermare più notti, o tutto il mese, crescono gli optional: «Frigo a disposizione, colazione inclusa, armadio», «cucina utilizzabile», «via cinese, sopra negozio orientale, albergo familiare-affittacamere temporanea, trasporto comodo», «internet free, sistemazione immediata, precedenza studenti», recitano gli annunci.
In corso Vercelli c’è anche l’«ostello degli universitari», che affittano tutti da uno stesso proprietario, entrato in possesso di molti alloggi dello stabile», continua Hu Jie. Pochi metri quadri per dormire a costi mai visti. L’idea imprenditoriale è di certo redditizia: «Chi prende dagli italiani una casa e la subaffitta ai cinesi, fa pagare ogni stanza anche 350 euro al mese, da dividere per il numero degli inquilini”. Il traffico di soldi e uomini non conosce crisi. Anche se nella comunità sono in molti a dire che “il business a Torino non è più quello di una volta”. Vent’anni fa, “quando si dormiva anche in otto in una stanza, pur di sopravvivere”.

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/458153/

Qualcuno poi ha il coraggio di asserire che l’immigrazione porta ricchezza.

Uncategorized

RSS Feed Widget

Lascia un commento